Disturbi del neurosviluppo e scuola, da dove ripartire?

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Quali sono i bisogni educativi di bambini e bambine con disturbi del neurosviluppo, vale a dire, quelli più frequenti, autismo, ADHD, disturbi dell’apprendimento e disabilità intellettive? E come si può supportare la scuola nel rispondere a questi bisogni?

Perché la scuola italiana non è sempre facile.

E per chi ha un disturbo del neurosviluppo può essere ancora più complicata: non tutti gli insegnanti sono preparati a gestire alunni neurodivergenti, non tutti vogliono farlo, non tutti, anche con la buona volontà, riescono. Gli insegnanti di sostegno non hanno sempre un'adeguata preparazione, e non sono mai in numero sufficiente per rispondere alle richieste.

I disturbi del neurosviluppo stanno aumentando, o perlomeno aumentano le diagnosi.
Secondo il CDC degli USA, se nel 2000 le persone con autismo erano 1/150 oggi siamo a 1/54. In Italia, ma avere dati certi è ancora complesso, si stima un’incidenza di 1 su 77.
Le leggi che favoriscono l’inclusione scolastica della disabilità esistono, a cominciare dalla legge 104 del 92, alla direttiva ministeriale del 2012 che ha introdotto i BES, dal decreto legislativo n. 66 del 2017 che ha modificato i piani educativi individualizzati (PEI) così come erano già previsti dalla 104, al decreto interministeriale 29 dicembre 2020, n. 182 che li ha di nuovo cambiati, introducendo un nuovo modello di PEI che deve andare oltre l’idea di disabilità come malattia/disturbo e individuare le abilità restanti per favorirne e potenziarne il funzionamento, per realizzare un rapporto positivo tra l’individuo e l’ambiente e utilizzare i facilitatori e superare le barriere.
Perché la disabilità non è solo dovuta alla condizione clinica dell’individuo, ma anche dall’ambiente in cui vive, anche l’ambiente può essere disabilitante.
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A leggere i più recenti rapporti Istat sulla disabilità e l’inclusione scolastica si vede come nell’anno scolastico 2020-2021, aumentano gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane, cresce il numero di insegnanti per il sostegno - con un rapporto alunno-insegnante migliore di quello previsto dalla legge - ma uno su tre non ha una formazione specifica e il 20% viene assegnato in ritardo.

Perché non c’è un’adeguata formazione, in cosa consiste un’adeguata formazione e come dovrebbe cambiare la didattica per essere davvero inclusiva? In tutto questo naturalmente l’alleanza scuola genitori non è solo fondamentale ma propedeutica al successo della didattica.
Ne abbiamo parlato in una live lo scorso 26 ottobre insieme a:

Ne parliamo con i nostri ospiti che vado subito a presentarvi:
• Monia Gabaldo
• Pediatra, autistica e madre di tre figli autistici
• Patrizia Stacconi
• Madre di 2 figli ADHD, Presidente AIFA APS, Associazione Italiana Famiglie ADHD
• Paola Bortoletto
• presidente ANDIS, Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici
• Salvatore Aiello
• Insegnante di lettere Scuola secondaria di Primo Grado Regista del corto su scuola e autismo "Ad ogni singolo contatto"
• Lara Tutone
• Sportelli Provinciali Autismo e Disturbi del Comportamento di Verona
• Angela Karamani
• Psicologa dello sviluppo

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