Il fumo di sigaretta rimane uno dei principali «nemici» della salute pubblica: per impatto, è il primo fattore di rischio evitabile per ridurre la portata delle malattie cardiovascolari e dei tumori. Un problema che persiste, visto che almeno in Italia, dopo un calo durato quasi vent'anni, il numero dei fumatori s'è stabilizzato (poco più di 12 milioni).
Ma a preoccupare maggiormente, per il presente e per il futuro, sono le conseguenze che potrebbe avere la diffusione delle sigarette elettroniche e dei nuovi dispositivi che non bruciano il tabacco (in Italia sono in vendita l'IQOS e la GLO).
Questi device sono degli «ibridi» sempre più diffusi, soprattutto tra i giovani. Il loro utilizzo, nell'arco di un decennio, potrebbe far registrare numeri superiori a quelli delle sigarette.
Tra la maggior parte dei consumatori, è diffusa l'idea che le sigarette elettroniche e i nuovi dispositivi che «riscaldano» il tabacco siano meno dannosi per la salute. Ma è realmente così? L'evidenza scientifica, al momento, non permette di fare una simile considerazione.
Di sicuro c'è che il quantitativo di sostanze cancerogene sprigionate è inferiore rispetto all'analogo delle sigarette tradizionali. Per il resto, invece, è ancora difficile sbilanciarsi. Sebbene non esista un confronto diretto sui polmoni umani tra le IQOS, le sigarette elettroniche e quelle tradizionali, uno studio condotto su campioni di cellule umane ha evidenziato analoga tossicità per l'ultimo dispositivo e le sigarette tradizionali.
Lo stesso effetto è invece emerso a fronte di concentrazioni più elevate dei vapori sprigionati dalle sigarette elettroniche.
I ricercatori hanno testato gli effetti di tutte e tre le fonti di nicotina (a diverse concentrazioni) su due tipi di cellule prelevate dalle vie aeree umane: cellule epiteliali (prima linea di difesa per le particelle estranee all'organismo) e cellule muscolari lisce (sostengono la struttura delle vie aeree), le cui alterazioni possono comportare una riduzione della funzione respiratoria.
Danni che, a seguito di un'esposizione cronica, possono portare all'insorgenza di malattie quali la polmonite, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e il tumore del polmone. Oltre ad accrescere il rischio di ammalarsi di asma o ad acuire la condizione, se già esistente.
LE CONSEGUENZE SULL'INFIAMMAZIONE
«A seconda dei livelli di esposizione, abbiamo osservato diversi gradi di tossicità», afferma Sukhwinder Sohal, membro del gruppo di ricerca sulle malattie dell'apparato respiratorio dell'Università della Tasmania (Australia) e primo autore dello studio pubblicato sull'European Respiratory Journal.
«Ciò che è emerso, però, è che i nuovi prodotti che scaldano il tabacco hanno una tossicità cellulare analoga a quella delle sigarette tradizionali».
Uno dei test utilizzati dagli autori dello studio si è basato sull’analisi di un particolare marker di tossicità cellulare, la lattato deidrogenasi, la cui produzione da parte delle cellule è risultata aumentata a concentrazioni differenti di fumo di sigaretta, di vapore delle sigarette elettroniche e di aerosol delle IQOS.
I ricercatori hanno inoltre misurato i livelli di alcuni marcatori dell'infiammazione, per concludere che «anche le IQOS, come le sigarette tradizionali e quelle elettroniche, stimolano nelle cellule analizzate la produzione di queste molecole».
Un altro punto a sfavore, dal momento che il perpetrarsi di uno stato infiammatorio, a livello di qualsiasi organo, è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo di una malattia oncologica.
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