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Le memorie sono quello che ci portiamo nel cuore, o meglio nella testa, ma sono veramente ciò che poi possiamo trasmettere a qualcun altro, ciò che possiamo raccontare di noi stessi, fa tutto parte delle memorie. E c'è una cosa interessante: noi memorizzano meglio più quell'episodio ci ha emozionato. Quindi le emozioni che viviamo, la forza emotiva di una determinata esperienza, è direttamente connessa con come la memorizziamo. Dunque le emozioni sono fondamentali nella nostra vita, sia quando sono positive, e quando sono negative.
Il problema però è che tutti noi abbiamo una tendenza che è un po' il risultato della nostra storia evolutiva, a percepire in maniera più forte sul piano emotivo gli episodi negativi e a memorizzare questi episodi in maniera molto forte. La ragione è abbastanza intuitiva: gli episodi negativi vengono enfatizzati con lo scopo di apprendere più a fondo una lezione perché essi non si ripetano ovviamente, dunque c'è una funzione in questo.
Non sto dicendo che le emozioni positive siano necessariamente più deboli. Non sto dicendo questo, sto dicendo però che il fatto che le emozioni, o che meglio, che gli episodi della nostra vita che interpretiamo negativamente spesso vengano memorizzati in maniera così forte, ha una funzione che è quella di apprendere. Però è anche vero che non sempre questo meccanismo funziona e la ragione è che quando il nostro cervello si è arricchito di memorie negative rispetto a determinate emozioni, magari hai imparato che quella cosa che ha prodotto un risultato non la devi ripetere, ma allo stesso tempo ti si è un po' spostato il peso della bilancia emotiva interiore verso il negativo piuttosto che il positivo e questo ti condiziona un po', cioè il fatto che tu abbia fatto esperienze che hai interpretato negativamente, può anche portare a evitare di ripetere determinate cose in maniera eccessiva per paura, paura di fallire un'altra volta, paura di soffrire un'altra volta, paura di essere giudicato ulteriormente da qualcun altro, quindi le emozioni giocano un ruolo che è sempre un po' ambiguo nella nostra vita e devo dire che probabilmente riuscire a controllare almeno un po' la nostra risposta emotiva, è uno dei fattori principali che porta a un vero percorso di crescita personale e di aumento della prestazione, cioè chi arriva gradino dopo gradino a crescere, a migliorare la propria prestazione, in genere è una persona che è passata attraverso un percorso di miglior controllo della propria risposta emotiva. Pensiamo per esempio semplicemente all'interpretazione anche; la possibilità di intervenire sull'interpretazione una volta che è successo qualcosa per ritarare la modalità con cui viene memorizzato quell'episodio, è fondamentale.
Non tutti ci riescono, molti rimangono ancorati alla prima percezione negativa e se la assorbono in pieno, altri dal mio punto di vista, quelli che sono già più in alta prestazione, reinterpretando quell'episodio in modo da memorizzarlo sotto un altro profilo. Ora uno degli strumenti dal mio punto di vista più efficaci per imparare a controllare la propria risposta emotiva è la meditazione.
La meditazione se vogliamo riassumere è una pratica molto complessa in poche parole, è davvero un ingrediente che rasserena, alleggerisce il peso della vita, che può essere per tanti un peso insopportabile, per altri magari no, ma comunque essere alleggeriti porta a una maggiore agilità nell'affrontare la vita proprio perché ti trascini dietro meno pesi emotivi, la sensazione di avere meno zavorra interiore da portarti dietro.
È ovvio, questa risposta non avviene in un attimo, non è che basta andare un giorno a fare un ritiro e questa cosa accade, è la pratica della meditazione che agisce sul cervello esattamente come l'allenamento agisce su un muscolo, è esattamente la stessa risposta, cioè producendo degli stati momentanei di serenità, di felicità, di gratitudine, di perdono, ampliando un po' la propria vista, decontestualizzando i propri problemi, questi stati momentanei ripetuti nel tempo aiutano il cervello a riorganizzarsi e diventano piano, piano dei tratti, cioè qualcosa che induci temporaneamente grazie a un determinato percorso.
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