🐺👦👦 LA FONDAZIONE DI ROMA tra Storia e Leggenda 📖

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Intorno alla metà dell’VIII sec. a.C. i Latini, un popolo che viveva nell’attuale Lazio, fondarono un piccolo villaggio sul colle Palatino, nei pressi del fiume Tevere. In quel tratto di fiume l’acqua era poco profonda e vi sorgeva un isolotto: l’isola Tiberina, che vediamo qui in una foto recente e che permetteva di attraversare facilmente il fiume. Il guado, punto del fiume poco profondo, che permetteva l’attraversamento anche a piedi o a cavallo, in lingua etrusca era chiamato "rumon". Così, il villaggio fu chiamato Roma.

La posizione geografica di Roma era molto strategica dal punto di vista commerciale: a Nord infatti c’erano gli Etruschi, uno dei più ricchi popoli della zona, mentre a Sud c’erano le colonie della Magna Grecia. E questi due popoli commerciavano attivamente tra loro, scambiandosi i prodotti più vari.
Inoltre, lungo il fiume Tevere, navigabile fino al mare, si potevano facilmente trasportare le merci, e in particolare il sale marino.
A questo va aggiunto che il piccolo villaggio fondato dai Latini sorgeva in una zona temperata della penisola italica, non troppo lontana dal mare, nei pressi di una grande ansa del fiume Tevere, con colline convergenti che si allungavano da nord est a sud ovest in modo da costruire un valido sistema di difesa contro gli attacchi nemici. Insomma, era il posto ideale per una città. Così, con il passare del tempo, Roma si estese ai villaggi sorti sui colli circostanti e divenne una vera e propria città.

Questa è la Storia della nascita di Roma, così come ricostruita dagli studiosi sulla base dei reperti archeologici.
Tuttavia, quando Roma divenne una città grande e potente, alcuni scrittori dell’epoca vollero celebrarla facendo credere a tutti che le sue origini erano divine e che esisteva un collegamento tra la civiltà romana e gli eroi protagonisti dei poemi epici.

Così nacque la leggenda secondo cui l’eroe troiano Enea, dopo essere sfuggito alla distruzione di Troia con il vecchio padre Anchise e il figlioletto Ascanio, si imbarcò con alcuni compagni su 20 concave navi e veleggiò alla volta dell’Egeo. Attraversando il mare blu delle Cicladi, giunse a Creta, dove però infuriava la peste, che lo costrinse a ripartire. Dopo varie peripezie, il viaggio proseguì verso la penisola italica, facendo tappa in Sicilia e poi a Cartagine, dove la regina Didone, sedotta e abbandonata dall’eroe troiano, si tolse la vita. Tale fatto genererà l’odio implacabile della stirpe cartaginese per i romani.
A questo punto Enea riprese il suo viaggio alla volta dell’Italia, giungendo finalmente sulle coste laziali.
Qui, suo figlio Ascanio, divenuto adulto e coraggioso, fondò una nuova città: Albalonga.

Tre secoli dopo, il re legittimo di Albalonga, Numitòre, fu spodestato e imprigionato dal malvagio fratello Amulio.
Numitòre aveva dei figli maschi e una figlia femmina, Rea Silvia. Il crudele zio Amulio uccise tutti i nipoti maschi e obbligò Rea Silvia a diventare sacerdotessa in modo che non avesse figli.

Ma un giorno, mentre Rea Silvia passeggiava in un bosco, Marte, il dio della guerra, la vide e si innamorò perdutamente di lei. Dalla loro unione nacquero due gemelli: Romolo e Remo.

Il crudele Amulio, informato della nascita dei bambini, comandò che venissero affogati nel Tevere.
Ma un servo ebbe pietà per i piccoli e li mise in una cesta, affidandoli alla corrente del fiume.
Raggiunta la riva, i due gemelli furono trovati e messi in salvo da una lupa, che li allattò e si prese cura di loro come una madre, diventando peraltro l’emblema di Roma.

Romolo e Remo, diventati grandi, vennero a conoscenza delle loro origini e dopo aver rimesso sul trono di Albalonga il nonno Numitòre, decisero di fondare una città sul colle Palatino, vicino alla riva dove erano stati salvati dalla lupa. Per scoprire la volontà degli dei e decidere chi tra loro due dovesse regnare sulla città, si affidarono al volo degli uccelli.
Remo avvistò sei avvoltoi, mentre Romolo ne vide ben 12: gli dei, infatti, avevano prescelto Romolo come fondatore della nuova città, che dal suo nome, venne chiamata Roma.
Romolo tracciò con un aratro il solco sacro su cui sarebbero sorte le mura della nuova fondazione. Ma con un gesto carico di invidia e di sfida, Remo balzò oltre il solco. Così Romolo lo uccise, diventando definitivamente l’unico re della città di Roma. Era il 21 aprile del 753 a.C.

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