Se accogli l'inquietudine ritrovi la tua strada

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Non si devono mandar via i brutti pensieri, non si deve lottare contro le cose che in noi non ci piacciono: agendo così inneschiamo solo un conflitto interiore senza fine. Bisogna imparare a guardare, guardare e basta. Ad esempio, ci sono molti modi di affrontare l'inquietudine: puoi cercare di scacciarla; oppure puoi percepirla come un vento, un'energia che va accolta quando compare, senza alcun commento. Così l'inquietudine diventa un prezioso avviso proveniente dal mondo interno, che non usa le parole ma le emozioni, i sentimenti, i disagi, i disturbi. L'insegnamento che viene da tutti questi stati dell’animo è di ricordarci che dentro di noi non esiste solo il personaggio che recitiamo sul palcoscenico della vita, ma che ci abitano tanti volti, tante sfaccettature della nostra personalità, che siamo ben altro rispetto a quel che sembriamo essere. I disagi e le inquietudini arrivano proprio per farci scoprire questi altri volti. Così possiamo vederci nuovi ogni giorno: dinamici, mutevoli, imprevedibili. Che cosa capita di nuovo ogni giorno? Questa è la domanda più importante da farsi. Di questo e di tanti altri argomenti parliamo sul numero di dicembre di Riza Psicosomatica, che trovate in edicola. Buona lettura!

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