Marine litter. Non è solo un nuovo inglesismo. Significa rifiuti marini. E’ il termine che, a livello globale, indica lo spiaggiamento di rifiuti marini in preponderanza plastica e microplastiche. In questo servizio vogliamo porre l’attenzione sull’azione di sensibilizzazione che giovani, meno giovani e anche giovanissimi svolgono con il loro esempio durante giornate ecologiste di pulizia promosse da alcune delle realtà associative più attive nella Regione Lazio.
Goodinitalywebtv promuove la tutela e la salute ambientale dando voce alle iniziative che i giovani, soprattutto, ci sottopongono e che continueremo a far conoscere anche perché noi siamo convinti che tutti possiamo scegliere di vivere in un mondo senza (o quasi) rifiuti impegnandoci, sin d’ora, a compiere scelte precise.
E, proprio durante uno di questi appuntamenti, abbiamo incontrato Filippo Piluso, co-fondatore di “Castelli in Green”, Nicola Di Battista dell’Associazione “Care the oceans” e Valentina Braccia presidente di “Creature del Mare,” che hanno riunito circa sessanta volontari sul litorale di Anzio proprio per dare la caccia e “categorizzare” i rifiuti depositati sul litorale.
‘Castelli in green’ è un gruppo di giovani volontari, tra i 20 e i 30 anni di età, studiosi e divulgatori, che affiancano gli eventi di pulizia di boschi e altri siti colpiti da inquinamento ambientale a campagne informative con il supporto di esperti del settore; i volontari di ‘Care the Oceans’ operano in difesa della flora e fauna nei mari, nei fiumi e nei laghi con progetti di ricerca e integrazione per persone che si trovano in svantaggio bio-psico-sociale mentre l’associazione ‘Creature del Mare’ si occupa, in particolare, della difesa dell’ecosistema marino e della sua biodiversità. Il progetto ‘SOS rifiuti marini’, avviato tre anni fa e messo in atto dall’Onlus ‘Creature del Mare’, mira a far emergere e contrastare il problema dell’inquinamento marino causato da polimeri artificiali.
L’idea è quella di coinvolgere tutti i volontari e cittadini italiani che singolarmente o in associazioni partecipano a giornate di pulizia dei litorali a categorizzare ogni singolo rifiuto rinvenuto, anche il più piccolo, attraverso l’App omonima ‘SOS rifiuti marini’ compilando i formulari interattivi presenti nell’applicazione stessa.
L’azione che queste realtà mettono in atto è lodevole ma non esaurisce il ruolo che ognuno di noi deve avere per ridurre gradualmente il consumo giornaliero di plastica scegliendo, per esempio, supermercati della rete NO WASTE, plastic free o con acquisti a Km 0 proprio perché, la maggior parte della plastica che vediamo sui litorali, proviene dal consumo quotidiano.
L’Italia non ha sufficienti centri in grado di stoccarla per poi avviarla a riciclo ed è per questo che è undicesima a livello mondiale per esportazione di plastica. Studi specifici, inoltre, hanno messo in evidenza come le microplastiche riescano a entrare nella catena alimentare e sono in corso studi per verificare le possibili conseguenze per l’organismo umano se non si limiterà l’utilizzo di microplastiche, per esempio muovendosi a favore di misure che minimizzino il rilascio delle microplastiche dai tessuti, dagli pneumatici, dalle pitture e dai mozziconi di sigaretta, per esempio.
Anche il Regolamento UE che avrebbe dovuto vietare entro il 2020 l’uso di microplastiche aggiunte intenzionalmente nei cosmetici, prodotti per la cura personale, detergenti e prodotti per la pulizia, “entrerà in vigore nel 2022 e l’unico miglioramento immediato sarà il divieto delle microperle nei cosmetici che il settore si è già impegnato a eliminare. Così nel 2022 il regolamento affronterà solo lo 0,2% delle microplastiche disperse nell’ambiente. Questo ritmo lento significa che l’iniziativa dell’Ue ridurrà l’inquinamento da microplastica solo della metà nel 2028 e del 90% entro il 2030”.(Fonte https://meta.eeb.org/)
Per approfondire
https://www.europarl.europa.eu/news/i...
https://meta.eeb.org/2020/09/01/an-eu...
https://www.europarl.europa.eu/news/i...
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