Jôf di Montasio - il re delle Giulie dalla nuova scala Pipan

Описание к видео Jôf di Montasio - il re delle Giulie dalla nuova scala Pipan

Musica:
Cyber War / Alexi Action
Street / Music Unlimited
The Universe / ComaStudio
Electronic Future Beats / QubeSounds
Twisted / GvidonAudio
Stylish Rock Beat Trailer / ComaStudio
Epic Corporate / Hot_Dope
Epic / QubeSounds
Morning / Orchestraman

Le temperature ancora sopra la media ci fanno decidere di andare a quote alte e quindi optiamo per lo Jôf di Montasio.
Raggiungiamo i piani del Montasio dove il parcheggio è già quasi completo nonostante siano le 8.
Da qui partono diverse escursioni, noi ci dirigiamo verso malga Montasio dove imboccheremo il sentiero per forca dei Disteis.
La prima parte di salita (in ombra) la facciamo a passo abbastanza spedito per scaldarci, dopo circa 150+, arrivati al sole, diminuiamo un po’ il ritmo considerando che il cammino è ancora lungo.
A circa 350+ incrociamo il sentiero 663 che arriva dal rifugio Di Brazzà.
Dopo circa 1,20 ore dal parcheggio e oltre 700+ siamo in forca.
Gli abissi che danno sulla Val Dogna sono imponenti, come lo è la parete (quasi nord) del Montasio.
Riprendiamo il cammino direzione scala Pipan e poco prima dell’incrocio con il Suringar incontriamo il primo stambecco della giornata.
Subito dopo si vede la traccia iniziale del ghiaione sulla nostra destra ed il criceto inizia a girarmi in testa……
Arriviamo all’attacco della via sovrastata dalla targa della divina commedia (purgatorio IV canto)
"Or va tu sù, che se' valente!"
Mettiamo via i bastoncini, indossiamo il casco e via!
La prima parte della via ha dei tratti attrezzati fino alla fine delle parti erbose.
Gli stambecchi qui iniziano ad aumentare ed i panorami a spaziare.
Incontriamo alcune persone che sono già di rientro, devono essere partite veramente presto….
Giungiamo quasi al bivio con la ferrata Leva dove un grosso masso dipinto in rosso riporta la scritta scala Pipan indicando la direzione.
Ci avviciniamo, alziamo lo sguardo e capiamo subito che è abbastanza trafficata, infatti alcuni optano per la via normale sulla Forca Verde.
Indossiamo l’imbrago e aspettiamo il nostro turno.
La prima parte della salita è stata spostata sulla sinistra rispetto al vecchio percorso, invece la tratta con la seconda parte della scala si sovrappone a quella vecchia (in parte è stata lasciata installata a memoria).
Al termine della scalinata si risale ancora a sinistra (una volta si procedeva leggermente a destra)
Gli spostamenti sono stati fatti per evitare a chi sta sotto di ricevere le scariche di sassi che scendono nella gola della vecchia risalita.
Adesso anche la parta alta è stata attrezzata e vi è molto più "ferro" rispetto a prima.
I passaggi, nella quasi cresta sommitale, donano sempre grandi soddisfazioni nei panorami che si possono ammirare da entrambi i lati:
sulla sinistra i piani del Montasio, forca dei Disteis, lo Zebrù, il Cimone e poi la Val Dogna;
sulla destra la Val Saisera con malga Saisera, il rifugio Grego, malga Somdogna, Jôf di Sompdogna, Jôf di Miezegnot, Nabois piccolo e grande, lo Jôf Fuart con sotto il sentiero Chersi.
Siamo in vista della croce di vetta, pochi minuti e raggiungiamo la campana che vado a suonare ma riproduce un rumore sordo, quindi ci metto io il sonoro.
Adesso ci concediamo una meritata pausa mangiando un panino e ammirando il panorama a 360°.
In questo momento siamo in circa 20 persone in cima quindi effettuiamo solo delle riprese con le action cam, aspetteremo una buona mezzora prima di far volare il drone.
Ripartiamo per la discesa che effettuiamo quasi in solitaria e facendo diverse soste per completare le riprese.
Arriviamo alla Pipan dove sotto ci attendono diversi stambecchi curiosi e per niente impauriti della nostra presenza.
Incrociamo nuovamente il sentiero Leva dove mi affaccio per riprendere la grande cengia che lo caratterizza.
Siamo di nuovo davanti all'incrocio per il Suringar ed il criceto che si era fatto vivo in salita comincia a girare nuovamente in testa.
Parlo con Simonetta, le dico del criceto e lei mi dice che possiamo dividerci, un sorriso si stampa sul mio viso e mi preparo a fare quello che desideravo e che non facevo da un po' di tempo: GIU' PER IL TUBO!!
La gioia ed il divertimento che provo mi fanno ritornare bambino ma purtroppo dura meno di quello che avrei voluto.
La mia via è più breve quindi mi fermo al sole per aspettare Simonetta che intanto è stata ingaggiata dal drone nel "follow me".
Quando mi rendo conto che è il momento opportuno riparto per incrociarla più giù poco prima del bivio per il Di Brazzà.
Il sole sta per tramontare ed ho un grande desiderio dI birra, Simonetta invece preferisce il vino.
Arriviamo al rifugio dove ci aspetta un'amara sorpresa, E' CHIUSO!
Dispiaciuti riprendiamo la discesa al parcheggio dove si conclude la nostra giornata dimenticando anche di fare il video di chiusura che poi gireremo alla fontana di Chiusaforte.
Alla prossima!!!!!!

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