GLI ITTITI, imbattibili guerrieri - Hattusa, Battaglia di Qadesh, armi in ferro, cultura e società 🗡

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Soltanto dopo la scoperta delle rovine della città di Hattusa, e di un documento che si riferisce al “Grande Re” degli Ittiti, gli archeologi trovarono conferma dell’esistenza di questo popolo, fino ad allora conosciuto solo perché citato nella Bibbia. Gli storici avevano sempre ritenuto che si trattasse di una leggenda, perché non era mai stata trovata alcuna prova della sua esistenza.

E invece, verso la metà del 19° secolo, in Turchia furono riportate alla luce le mura di Hattusa con le sue maestose porte, tanti oggetti di uso quotidiano e soprattutto 30 mila tavolette di argilla, che documentano la storia dell’impero Ittita.

E così fu ricostruita la storia di questo popolo, che si stabilì tra i Monti dell’Anatolia, ossia l’attuale Turchia, nel 2000 a.C.
Questa regione non era particolarmente adatta all’agricoltura, perciò gli Ittiti vivevano soprattutto di allevamento.
Inizialmente, questo popolo era organizzato in città-stato. In particolare, la città di Hattusa si espanse sempre di più, fino a diventare la capitale del grandioso impero Ittita: basti pensare che nel 1600 a.C. GLI Ittiti raggiunsero la Mesopotamia e conquistarono Babilonia.

Gli Ittiti erano abilissimi guerrieri e tenevano in grande considerazione la guerra, al punto che il re veniva scelto tra i soldati migliori e, Una volta eletto, diventava anche capo dei sacerdoti.

Gli ittiti avevano un esercito potentissimo e ben armato, perché avevano fatto una scoperta sensazionale ancora sconosciuta alle altre popolazioni: avevano imparato a lavorare il ferro con una tecnica speciale che rendeva le loro armi quasi indistruttibili. In particolare, fondevano il ferro ad altissime temperature in forni speciali. Poi, dopo averlo lasciato parzialmente raffreddare, lo battevano con pesanti martelli per fargli assumere la forma desiderata e infine lo facevano indurire immergendolo nell’acqua. Grazie a questo segreto militare, gli ittiti riuscivano a sconfiggere tutti i popoli nemici, che combattevano con il meno resistente bronzo.

Inoltre, gli Ittiti sapevano costruire carri da guerra velocissimi, con ruote a sei raggi che erano molto più leggere di quelle piene dei Sumeri. In battaglia, poi, usavano i cavalli, animali sconosciuti in Mesopotamia e molto più agili e veloci di buoi e asini selvatici.

Grazie alle loro formidabili strategie di battaglia, gli Ittiti espansero il loro regno e combatterono addirittura contro gli Egizi. Fu la storica battaglia di Qadesh, nel 1283 a.C., che vide gli Ittiti capitanati da Hattusili III scontrarsi con le forze del Grande Faraone Ramses II. Gli storici scrivono che quella fu la battaglia più grande che il mondo avesse conosciuto fino ad allora.

La storia dice che Ramses uscì vincitore, ma il trattato firmato dai due “Grandi Re” dimostra che gli Ittiti si imposero agli egiziani, portando le loro frontiere molto più a sud, fin quasi all’odierno stato di Israele.
Ramses II e Hattusili III firmarono il primo trattato di pace della storia, suggellando l’alleanza con un diplomatico matrimonio tra il faraone e una delle figlie del re ittita.

Gli Ittiti sono chiamati “il popolo dei mille dei”: avevano infatti l’abitudine di aggiungere alle proprie divinità quelle dei popoli sconfitti in battaglia. Molte divinità ittite rappresentavano elementi e fenomeni naturali, come la luna, il sole, la tempesta e così via. Avevano l’aspetto di uomini e donne e spesso ne manifestavano le emozioni e i comportamenti. Ad Hattusa sorgevano moltissimi templi, ognuno dedicato agli dei di un popolo conquistato. Il più grande era la residenza del Padre della Tempesta e di sua moglie, la Madre Sole: una gigantesca struttura a labirinto al cui centro si trovavano le statue delle sue divinità.
Gli ittiti avevano anche molte leggi, che coprivano ogni situazione. Diversamente dalle altre popolazioni, gli ittiti avevano un sistema legale molto evoluto che, anziché punire, compensava: così se tizio incendiava la casa del vicino, non veniva punito fisicamente o messo in prigione, ma si impegnava a comprargli una casa nuova.

Anche il maestoso impero Ittita, però, tramontò. Tra il 1200 e il 1150 a.C., gli ittiti scomparvero dalla storia, sconfitti dai c.d. “popoli del Mare”, misteriose bande di pirati e guerrieri mercenari provenienti probabilmente dall'Europa meridionale, che navigando verso il Mar Mediterraneo orientale invasero la terra degli Ittiti spingendosi fino al Nuovo Regno egizio.

Hattusa, la splendida capitale ittita, fu distrutta: gli scavi archeologici dimostrano che la città fu rasa al suolo e bruciata, ma solo dopo che i suoi abitanti l’avevano abbandonata, portando via oggetti preziosi e simboli dell’impero.
Dove andarono gli abitanti di Hattusa, nessuno ancora lo sa...

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