Colonscopia

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Colonscopia: in cosa consiste, quale valore assume per le patologie dell'intestino e come ci si deve preparare per affrontarla al meglio.

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La colonscopia è un esame endoscopico, cioè un esame che permette di vedere l'interno del corpo. Nello specifico, la colonscopia permette di visualizzare l'interno del colon e del retto, per individuare eventuali anomalie, come tratti infiammati, polipi o tumori. Per visualizzare l'interno del corpo occorre chiaramente uno strumento adatto. Nel caso della colonscopia questo strumento si chiama colonscopio; si tratta di una sonda, un sottile tubicino lungo e flessibile, dotato di una luce all'estremità e di un sistema ottico per trasmettere le immagini su un apposito monitor. Il colonscopio viene inserito delicatamente per via anale e fatto avanzare progressivamente lungo il retto e l'intestino crasso. Vi ricordo brevemente che l'intestino crasso è l'ultimo tratto dell'apparato digerente. Il suo aspetto è quello di un tubo che inizia dall'intestino cieco, si continua nel colon, termina nel retto e si apre all'esterno attraverso l'ano. La principale funzione dell'intestino crasso è quella di riassorbire sali minerali e acqua dalle feci, oltre alle vitamine prodotte dalla flora batterica locale. Intestino crasso e colon non sono quindi esattamente sinonimi, anche se quest'ultimo occupa la maggior parte dell'intestino crasso. La colonscopia è prima di tutto un esame diagnostico, perché permette di chiarire la natura di sintomi riconducibili a patologie del colon e del retto. Nel contempo, però, la colonscopia permette anche di eseguire biopsie, cioè di prelevare piccoli frammenti di tessuto da inviare al laboratorio per l'analisi al microscopio. Inoltre, la colonscopia permette di eseguire piccoli interventi chirurgici, come l'asportazione di un polipo intestinale. I polipi intestinali sono delle escrescenze, simili a piccoli cavolfiori, che si sviluppano sulla parete dell'intestino, specie nel colon retto. Anche se queste lesioni sono per lo più di natura benigna, alcune di esse possono lentamente evolvere in un tumore maligno. La colonscopia, essendo in grado di individuare molte di queste lesioni precancerose, si rivela particolarmente utile in ottica preventiva; in particolare, insieme alla retto-sigmoidoscopia e alla ricerca di sangue occulto nelle feci, rientra tra i possibili esami di screening per il tumore del colon-retto.

La colonscopia consiste dunque nell'introduzione di un sottile strumento flessibile, chiamato "colonscopio", attraverso l'ano. Alla sua estremità, questo strumento è munito di una fonte luminosa e di una microcamera, che mostra in tempo reale l'interno del colon. Il colonscopio viene fatto risalire lentamente lungo il colon, ad iniziare dal retto; l'avanzamento può essere manuale o robotizzato nei modelli più recenti. Durante l'esame viene insufflata dell'aria attraverso lo strumento, in modo da distendere le pareti del colon ed esplorare meglio l'intestino. La colonscopia, in genere, dura 15-45 minuti e si svolge con un minimo di sedazione, che permette al paziente di sopportare meglio l'esame pur rimanendo cosciente. L'eventuale fastidio può essere determinato soprattutto dall'introduzione di aria attraverso il colonscopio, il che può provocare crampi addominali e bisogno di "evacuare".

Ma a cosa serve esattamente la colonscopia? Guardando le immagini fornite dalla microcamera, il medico può accertare la reale natura di disturbi intestinali sospetti, come, ad esempio, dolori addominali non altrimenti spiegati, stitichezza improvvisa, diarrea di lunga durata, calo di peso significativo e perdita di sangue visibile nelle feci. La colonscopia permette infatti di apprezzare infiammazioni, ulcerazioni, diverticoli, anomalie vascolari, restringimenti, polipi e neoplasie. Se necessario, permette anche di eseguire dei prelievi bioptici della mucosa, grazie a delle piccole pinze introdotte attraverso l'endoscopio.

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