SASSOLUNGO 3.181m 🧗🏻‍♂️ Una Delle Vie Più Belle Delle Dolomiti ⛰

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Salita lunga e complessa che si snoda su più versanti della montagna. Tecnicamente non difficile, non raggiunge mai il IV° e si svolge su roccia sempre ottima, non pero da sottovalutare. Richiede una buona esperienza ed orientamento per scegliere la traccia più proficua oltre ad una certa disinvoltura con la corda. Il tutto viene pero ripagato con delle magnifiche vedute che cambiano prospettiva e scenari più volte nell’arco della salita e discesa, rendendo questa via normale forse la più completa ed appagante dell’intero arco Dolomitico.
Il nostro punto di partenza è il Rifugio Toni Demetz situato in Forcella Sassolungo a quota 2.681m raggiunto in cabinovia per tenerci tutte le energie per la salita. Da lì si scende sul versante opposto, sempre sul 525, in direzione rif.Vicenza perdendo circa 100m di quota fino a che nei pressi di un tornante si stacca una evidente traccia a destra che punta all’altrettanto evidente Cengia dei Fassani, in piena parete SW del Sassolungo. E’ la cima che domina la Val Gardena ed una delle più imponenti vette dolomitiche. All’abbordabile versante sud ovest, su cui si svolge la via normale, oppone una vasta, alta e ripidissima parete nord est riservata a rocciatori esperti. La via normale si sviluppa con un percorso alquanto lungo e piuttosto complicato, tecnicamente non difficile ma con molti passaggi su roccia spesso esposti, soprattutto lungo la cengia dei Fassani e nella traversata fino al ghiacciaio, nonché tratti su neve o ghiaccio. Le difficoltà su roccia si mantengono intorno al II/III grado per tutto il percorso, con arrampicate esposte che hanno la peculiarità di far perdere tempo se si procede a tiri di corda o mettere alla prova i nervi se si procede in conserva per risparmiare tempo. Ascensione molto bella, ambita e di grande soddisfazione, con arrampicata varia e divertente su buona roccia, ma riservata ad alpinisti con esperienza su percorsi del genere. L’orientamento non è semplice e può risultare molto difficoltoso in caso di nebbia e scarsa visibilità, anche se diversi ometti contrassegnano il percorso. Le soste e le calate sono già attrezzate con chiodi ed anelli, in alcuni tratti sono presenti cavetti di acciaio e staffe di ferro, nonché diversi chiodi e ganci di ferro. Da percorrere solo con ottime condizione meteorologiche, assenza di neve e da parte di persone ben allenate e con esperienza alpinistica, meglio se con qualcuno che conosca già il percorso in modo da ridurre i tempi di salita e discesa e quindi i rischi. Nel complesso una delle vie normali più impegnative e difficili delle Dolomiti, per la lunghezza, le difficoltà di orientamento e su roccia, la fatica, la complessità, l’ambiente severo e l’esposizione.

Difficoltà: II, III, passi III+
AD- , R2
700m dislivello, 2000m di sviluppo

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