Tequila Sunrise , storia e ricetta del cocktail che celebra i colori dell’alba

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Tequila Sunrise, svariate leggende e aneddoti si legano alle sue origini e alla sua diffusione, tra il mito più banale e quello più divertente però ce ne sono 2 che probabilmente si avvicinano molto alla sua vera storia. Il più banale è quello che lo vuole nato negli anni ‘50 con l’avvento del turismo di massa degli americani tra le cui mete preferite vi erano Acapulco e Cancun in Messico, patria del tequila, dove veniva servito nei caratteristici chiringuiti sulla spiaggia e che la sua ricetta sia stata importata negli Stati Uniti dai turisti di rientro come souvenir e ricordo di quei luoghi meravigliosi e che da li abbia iniziato la diffusione mondiale. Quella meno attendibile ma più divertente è la leggenda secondo cui sarebbe nato per mano di un barista di San Francisco che dopo la chiusura del bar in cui lavorava si trattenne con gli amici nel locale fino all’alba a dare fondo alle bottiglie di liquori. Ma quando proprio al sorgere del sole il titolare si presentò per la riapertura trovò il suo dipendente e i suoi amici riversi ubriachi sui tavolini! lo svegliò bruscamente dal sonno alcolico in cui si trovava e chiese spiegazioni sulla scena che gli si parava davanti agli occhi intenzionato a chiedere il risarcimento delle bottiglie che avevano indebitamente svuotato
Il barista prontamente, nonostante lo stato confusionale in cui si trovava, si giustificò dicendo che aveva passato la nottata cercando la formula per un nuovo cocktail che rendesse famoso lui e il locale, e che gli amici lo avessero aiutato in veste di tester. Il proprietario del locale molto scettico su questa versione chiese di assaggiare il risultato di questa dura nottata di lavoro di gruppo, il prodotto di questo fruttuoso brainstorming. Secondo la leggenda, i colori delle luci dell’alba che il barista aprendo bruscamente gli occhi aveva visto lo ispirarono così che improvvisò quei colori nel drink a base di tequila che chiamò Tequila Sunrise Alba di tequila! Il titolare ne fu entusiasta, non solo non pretese il risarcimento ma diede al dipendente una promozione e un aumento di stipendio. Bellissima e commovente favola a lieto fine che purtroppo non trova fondamento è solo una storiella tramandata oralmente per stimolare alla riflessione ma non giustificata da luoghi, nomi e date. Mentre nomi, luoghi e riferimenti temporali ne abbiamo per quelle che oggi si ritengono essere le due origini più attendibili.
La prima narra di un uomo siamo tra gli anni 30 e 40 , un turista solitario…che dopo avere passato la nottata ad attraversare il deserto in Arizona, uno dei luoghi più suggestivi del pianeta, con la sua la Monument Valley, il Grand Canyon, la leggendaria Route 66 arrivò alle prime luci dell’alba al Biltmore Hotel di Phoenix dove non trovando niente di suo gradimento sulla carta dei drink, chiese al barista, un certo Eugene Sulit un cocktail dissetante, richiesta che venne tradotta in una ricetta a base di tequila, che nelle zone di confine era più utilizzata che nel resto della nazione, succo di lime, soda e creme de cassis, che è un liquore francese al ribes nero, che il barista chiamò tequila sunrise in riferimento a ciò che i suoi colori suggerivano una stupenda alba desertica. Quindi un cocktail che molto differente con quello che oggi è conosciuto e codificato nel catalogo Iba Che prevede succo di arancia al posto del succo di lime e sciroppo di granatina al posto della Creme de Cassis.
Ricetta che rimase in voga fino a quando negli anni ’70 il barman Bobby Lozoff del locale Trident di Sausalito in California, uno dei locali più in voga della Baia di San Francisco ne modificò la formula che si diffuse anche grazie a dei testimonial d’eccezione .

Lo stesso Lozoff racconta che nel 1972 I Rolling Stone organizzarono il party per l’apertura del tour americano proprio al Trident dove Mig Jagger, leader del gruppo, gli chiese un giro di Margarita per sé e per la band e in quel momento il barman ne approfittò per proporgli di assaggiare il suo tequila sunrise. L’intero gruppo fu colpito dal drink tanto da rinominare il tour “cocaine and tequila sunrise tour”. Di pochi mesi più tardi è anche la canzone “Tequila Sunrise” degli Eagles. Nel 1973 un marchio tra i più diffusi di tequila la Jose Cuervo in accordo con Lozoff fece stampare sull’etichetta della bottiglia la ricetta del suo tequila sunrise, lanciandolo definitivamente nell’olimpo dei cocktail e quindi sui menu di tutto il mondo.

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