I VERBI RIFLESSIVI: La differenza tra i vari tipi (Impara la grammatica italiana!)

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In questo episodio parlo dei verbi riflessivi. Vedremo cosa cosa i verbi riflessivi e come si usano. In particolare, faremo diversi esempi pratici con vari tipi di verbi riflessivi.
Alla fine di questo video non saprai tutto sui verbi riflessivi, ma avrai comunque imparato molte cose.
Nello specifico, in questa lezione spiego cosa sono e come si usano i verbi riflessivi (propri, apparenti, reciproci) e i verbi intransitivi pronominali. Guardando questo video, scoprirai qual è la differenza tra:
1. i verbi riflessivi propri o diretti;
2. i verbi riflessivi apparenti o indiretti;
3. i verbi riflessivi reciproci;
4. i verbi intransitivi pronominali.

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1. I verbi riflessivi propri o diretti

Partiamo da un esempio pratico per capire cos'è un verbo riflessivo.
Prendiamo la frase "Lavo la tazza".
Da un punto di vista grammaticale, io sono il soggetto del verbo "lavare" e "la tazza" è il complemento oggetto.
Il verbo "lavare", però, può anche essere usato in un altro modo.
In particolare, il verbo "lavare" ha due varianti. La variante standard, normale, che termina in -are, e una variante pronominale che termina in -si. Quest'ultima variante viene definita pronominale perché include una particella pronominale, cioè il pronome "si".
Se io mi faccio la doccia, posso dire: "Mi lavo".
Significa: lavo me stesso. In questo caso il soggetto del verbo "lavare" sono io e il complemento oggetto sono sempre io. Il soggetto coincide con il complemento diretto. In altre parole, la persona che compie l'azione e la persona che subisce l'azione sono la stessa persona, cioè io.
I verbi come "lavarsi" vengono definiti riflessivi perché l'azione compiuta dal soggetto si riflette sul soggetto stesso. In particolare, i verbi usati come "lavarsi" in questa frase vengono definiti riflessivi propri o diretti. Esistono diversi tipi di verbi riflessivi e questo è il primo tipo.

2. I verbi riflessivi apparenti o indiretti
Invece di dire "Mi lavo", io potrei dire "Mi lavo le mani".
In questo caso il complemento oggetto non sono io, ma è "le mani". Il pronome "mi" in questa frase non è un complemento  oggetto.
I verbi usati come "lavarsi" in questa frase vengono definiti riflessivi apparenti o indiretti, perché il soggetto non coincide con il complemento oggetto. In altre parole, il pronome non indica il complemento oggetto.
Ma facciamo degli esempi con un altro verbo!
Un verbo simile a "lavare" è "guardare".
Per esempio, io potrei dire: "Mi guardo le mani".
In questo caso il soggetto del verbo "guardarsi" sono sempre io, ma il complemento diretto non sono io, ma sono "le mani". La particella pronominale "mi" in questo caso non è un complemento diretto, ma è un complemento indiretto.

3. I verbi riflessivi reciproci
Per esempio, io posso dire: "Io e Laura ci guardiamo".
Cosa significa? Io guardo Laura e Laura guarda me. Siamo entrambi contemporaneamente soggetto e complemento oggetto del verbo "guardarsi".
In questo caso il verbo "guardarsi" è un esempio di riflessivo reciproco. Questi verbi vengono definiti verbi riflessivi reciproci perché in questo caso l'azione è reciproca, cioè va in entrambe le direzioni.
Altri esempi di verbi che si possono usare come riflessivi reciproci sono: amarsi, baciarsi, abbracciarsi,
incontrarsi, picchiarsi, sentirsi, vedersi.

4. I verbi intransitivi pronominali

In italiano poi ci sono dei verbi che si usano in modo simile ai verbi riflessivi, ma non sono verbi riflessivi in senso stretto. Cioè la somiglianza è grammaticale, non riguarda il significato.

Prendiamo, per esempio, la frase "Mi chiamo Luca". In questo caso sarebbe improprio dire che “chiamarsi” è un verbo riflessivo dal punto di vista del significato, perché ovviamente io non chiamo me stesso.
Lo stesso discorso vale per verbi come "svegliarsi" e “offendersi”. Ci sono vari i verbi di questo tipo, però chiaramente non ve li posso elencare tutti.
In italiano poi ci sono anche dei verbi che, a differenza dei verbi che abbiamo visto finora, hanno soltanto una variante pronominale che termina con -si.
Tra questi verbi ci sono, per esempio: arrabbiarsi, innamorarsi, pentirsi, vergognarsi, accorgersi, e così via.
Questi verbi sono pronominali, ma non sono riflessivi, perché  l'azione non ricade sul soggetto. Di solito vengono chiamati verbi intransitivi pronominali.

In sostanza, quindi, in italiano esistono vari tipi di verbi.
Alcuni verbi hanno solo una variante senza pronome con l'infinito che termina in -are, -ere o -ire.
Altri verbi hanno soltanto una variante pronominale con l'infinito che termina con -si.
Poi ci sono verbi che hanno sia una variante senza pronome, sia una variante pronominale.
Tra questi ultimi, alcuni possono essere usati come riflessivi propri, altri come riflessivi apparenti o indiretti, e altri ancora come riflessivi reciproci.

Spero che la differenza tra i vari tipi di verbi riflessivi sia chiara!

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