✝ L'IMPERO ROMANO DIVENTA CRISTIANO: dalle Persecuzioni contro i Cristiani all'Editto di Tessalonica

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Nell’anno 0, durante l’impero di Ottaviano Augusto, nel territorio della Giudea che era sotto il controllo romano, nacque Gesù. Gesù diceva di essere il figlio di Dio, il Messia, cioè il salvatore promesso al popolo ebraico per dar vita alla nuova alleanza con Dio e iniziare una nuova epoca di pace e prosperità sino alla fine del mondo.
Gesù predicò una religione monoteista, che ammetteva l’esistenza di un solo Dio, chiamata poi cristianesimo, che proclamava l’uguaglianza tra gli uomini e predicava la carità verso il prossimo.
I suoi discepoli chiamavano Gesù il Messia o Cristo, dalla parola greca "Christos", che significa "Unto dal Signore". Da qui il nome Cristianesimo.

Il messaggio di Gesù si diffuse rapidamente tra le persone umili, mentre fu decisamente contrastato dai sacerdoti ebraici e dalle autorità romane: i sacerdoti ebraici rifiutavano di credere che Gesù fosse il figlio di Dio; tant’è che gli Ebrei, ancora oggi, stanno aspettando l’arrivo del Messia, che per i cristiani invece è Cristo, giunto sulla Terra oltre 2 mila anni fa.
le autorità romane, invece, temevano che Gesù potesse convincere il popolo a ribellarsi contro di loro, sottraendogli poteri, ricchezze e benefici. Così, nel 33 d.C., sotto l’imperatore Tiberio, Gesù fu arrestato e condannato a morte mediante crocifissione da Ponzio Pilato, il famigerato governatore romano della Giudea.

Il messaggio di pace e fratellanza del cristianesimo era considerato pericoloso per la stabilità dell’impero, che fondava la sua ricchezza sul lavoro degli schiavi e sulle conquiste militari. Per questo motivo, ebbero inizio vere e proprie persecuzioni nei confronti dei cristiani, i quali venivano imprigionati, costretti a negare pubblicamente la loro fede e martirizzati, cioè torturati o uccisi tramite lapidazione, crocifissione e morte sul rogo.
I primi martiri cristiani in assoluto furono gli apostoli di Gesù, fatta eccezione per Giovanni, che morì in esilio. Le più dure persecuzioni vennero ordinate da Nerone, nel 64 d.C. e da Diocleziano, nel 303 d.C.: i cristiani venivano letteralmente dati in pasto a leoni e cani affamati, tant’è che questo oscuro periodo venne definito "l’era dei martiri".

Per scampare a queste crudeli angherie, i seguaci di Cristo cominciarono a riunirsi segretamente in preghiera nelle catacombe, lunghe e tortuose gallerie sotterranee, dove i cristiani seppellivano i loro morti e che si possono visitare ancora oggi.

Nonostante le persecuzioni, però, la religione cristiana continuò a diffondersi.
Nel 313 d.C. anche l’imperatore romano Costantino si convertì al cristianesimo: la leggenda narra che, alla vigilia dello scontro con il rivale Massenzio, Costantino sognò una croce sotto cui era scritto in greco ἐν τούτῳ νίκα, tradotto in latino "in hoc signo vinces" , ossia "sotto questo segno vincerai". Dopo quella notte, il futuro imperatore si convertì al cristianesimo e fece issare sui vessilli delle sue legioni lo stesso simbolo che aveva visto in sogno, la croce con il monogramma di Cristo, formato dalle lettere greche XP sovrapposte, (che sono le prime due lettere della parola ΧΡΙΣΤΟΣ).

Successivamente, Costantino emanò un importante editto, con cui concedeva la libertà di culto a tutti in cristiani, ponendo così fine ad una sanguinosa stagione di persecuzioni.

Nel 380 d.C., infine, con l’editto di Tessalonica, l’imperatore Teodosio dichiarò il cristianesimo l’unica religione ufficiale dell’impero, proibendo tutti i culti pagani.

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