🔥🏛 RELIGIONE e DIVINITA' nell'ANTICA ROMA - Lari e Penati, Vesta, Giano, Saturnali e Lupercali 🐺🐐

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I più antichi dei venerati dai Romani erano legati al mondo contadino.
La semina, ad esempio, aveva la protezione del dio Saturno, raffigurato con il capo coperto dal mantello invernale mentre impugna la falce. Le festività dedicate al dio saturno erano i Saturnali, che si svolgevano tra il 17 e il 23 dicembre. I Saturnali avevano inizio con grandi banchetti e sacrifici. Durante questi festeggiamenti era sovvertito l'ordine sociale e gli schiavi potevano considerarsi temporaneamente degli uomini liberi.
I partecipanti usavano scambiarsi piccoli doni simbolici, come noci, datteri, miele, rami, ceri o statuette d’argilla, chiamati strenne dal nome della déa Strenua. Le città erano addobbate, c’erano spettacoli e mercatini...insomma, una festività non molto diversa dal Natale, che con l’avvento del Cristianesimo sostituì gradualmente questa festa pagana.

La dea che proteggeva il raccolto, invece, era Cerere, una divinità materna della terra e della fertilità,  che tutelava anche la nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni.

A proteggere il bestiame dall’attacco dei lupi era invece il dio Fauno nella sua accezione di Luperco. Inizialmente identificato con il lupo sacro a Marte, venne poi considerato un Fauno, cioè un uomo con zampe e corna di capra. In suo onore, venivano celebratati i Lupercali, che si festeggiavano tra il 13 e il 15 di febbraio, perché questo mese era il culmine del periodo in cui i lupi, affamati, si avvicinavano agli ovili minacciando le greggi.
La festa si svolgeva nella grotta sul Palatino dove secondo la leggenda Romolo e Remo sarebbero stati cresciuti dalla lupa ed era celebrata da giovani sacerdoti chiamati Luperci: essi sacrificavano alcune capre ed un cane; quindi tagliavano le pelli degli animali sacrificati in strisce e iniziavano la loro corsa attorno al Palatino, brandendo una o più strisce di pelle caprina che usavano per battere chiunque incontrassero sulla loro strada in segno di fertilità.
Papa Gelasio I soppresse la festa nel V secolo d.C. e la sostituì con l’istituzione del martirio di San Valentino, poi diventata la festa degli innamorati.

Tra le divinità più antiche e più importanti della religione romana c’era anche Giano, che presiedeva l’inizio e la fine di ogni cosa. Solitamente era raffigurato con due volti (il cosiddetto Giano Bifronte), poiché il dio poteva guardare il futuro e il passato (ma non il presente).  Egli presiedeva a tutto ciò che aveva un inizio, materiale o immateriale, come le soglie delle case, le porte della città, i confini, ma anche l'inizio di un nuovo anno o di una nuova impresa.
Quando riformò il calendario romano, Numa Pompilio dedicò a Giano il primo mese successivo al solstizio d'inverno, ossia gennaio, che con la riforma giuliana del 46 a.C. passò a essere il primo dell'anno.

Vesta era poi la protettrice del focolare domestico e della comunità cittadina. A lei era dedicato uno dei templi più importanti della città, dove ardeva un fuoco sacro che non si spegneva mai. Il compito di tenere acceso il fuoco sacro era riservato alle vestali, 6 sacerdotesse scelte tra le famiglie patrizie di Roma: il loro servizio iniziava attorno ai 6 anni e continuava per trent’anni, durante i quali non potevano sposarsi e vivevano dentro al tempio, rispettando regole ferree. Se per causa loro il fuoco sacro si fosse spento o se avessero trasgredito alle regole del loro servizio, la pena era tra le più atroci: venivano sepolte vive in una piccola stanza.

Ma gli antichi Romani veneravano anche divinità minori, che proteggevano la famiglia e la casa: erano i Lari e i Penati.
I Lari erano gli spiriti protettori degli antenati defunti che vegliavano sul buon andamento della famiglia, della proprietà o delle attività in generale. Erano raffigurati con statuette di terracotta, legno, cera o bronzo che rappresentavano giovani bellissimi e sorridenti. Queste statuette venivano collocate proprio all’ingresso della casa, cioè nell’atrium o vestibolo, nella nicchia di un'apposita edicola detta larario.
I Penati, invece, erano le divinità domestiche tutelari della dispensa e degli alimenti ma anche dell’unione della famiglia: erano rappresentati con una statuetta di terracotta posta nel penitus, la parte più interna della casa, dove c’era la “dispensa”.

Quando i Romani conquistarono la Grecia, ne assimilarono anche la religione, cambiando però i nomi degli dei con nomi latini: Zeus divenne Giove, Era Giunone, Afrodite Venere, Ares Marte, Atena Minerva e Poseidone Nettuno e così via…

I riti religiosi venivano celebrati da sacerdoti e sacerdotesse. Dai contatti che ebbero con gli Etruschi, anche i Romani impararono a trarre presagi dal volo degli uccelli o dalle viscere degli animali, diventando auguri e aruspici. Ma i sacerdoti più importanti erano i pontefici, a capo dei quali c’era il Pontefice massimo, che veniva eletto a vita.

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