Come affrontare il dolore psicologico e l'infelicità con il principio delle due frecce

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Come affrontare il dolore psicologico e l'infelicità? Per questo ci viene in aiuto il principio delle due frecce. Immagina di essere colpito da una freccia. Bene, appena riesci a toglierla vieni colpito da un'altra freccia, sempre nello stesso punto. La seconda farà molto più male della prima. Il principio delle due frecce, applicato alla vita, insegna che la prima freccia sono gli eventi spiacevoli e inevitabili. La seconda freccia sono i pensieri e l'atteggiamento mentale negativo che assumiamo.
La prima freccia non la scegli, ma la seconda sì.
E tu, cosa scegli?

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"Una delle tavole che più mi piacciono del libro “Psicologia a strappo” , aspetta che la strappo ora è questa che dice una cosa secondo me molto importante, ovvero: “il dolore è inevitabile, l’infelicità è una scelta”.
L’idea che sta dietro a questo aforisma è che la vita è difficile ed è inevitabile che ci ferisca e faccia male. Tuttavia noi abbiamo sempre una scelta di cosa farcene di quel dolore e possiamo decidere di trasformare quella ferita, un punto di sensibilità e fragilità, in feritoia, cioè un punto di osservazione del mondo più protetto.
Quando parlo ai convegni o sui social di questo aforisma, alcune persone mi chiedono: ma sei veramente sicuro di questo? Per meglio spiegare questa idea, che ho trovato essere game changing nella vita di molte persone, lascia che ti spieghi il principio delle due frecce.
Immagina di venire colpito a un braccio da una freccia.
Sentirai male, giusto? Ipotizziamo che sentirai male in una scala da 0 a 100, un 75.
Bene, ora immagina che riesci a togliere in qualche modo la freccia dal braccio ma PAM, una seconda freccia ti colpisce nello stesso identico punto. A parte…che sfiga! Proprio quello.
A parte quello…quanto dolore avvertirai adesso? Da 1 a 100? Sicuramente molto più di 70.

Bene, il principio delle due frecce può essere applicato alla nostra quotidianità e all’aforisma dal quale siamo partiti in questo video: la vita è dura, e capita che ti colpisca con una sua freccia.
Questa causerà dolore: è inevitabile.
Tuttavia la seconda freccia non è sfiga, ma siamo spesso noi stessi a scagliarcela contro, ed è rappresentata dai pensieri che iniziamo a fare sul dolore causato dalla prima freccia, cioè dal dolore che inevitabilmente viene inflitto dalla vita.

Dolore psicologico, ancor prima che fisico. Se ci viene il mal di schiena, stai sicuro che se ci pensi tutto il giorno, il dolore ti sembrerà insopportabile e, magicamente, si attenuerà o svanirà del tutto quando smetti di pensarci. Quando ci capita cioè qualcosa di negativo, noi non soffriamo solo per l’esperienza dolorosa di per sé, ma anche e soprattutto per il modo in cui reagiamo a questa esperienza. E’ un po’ come se in questo modo sperimentassimo una sofferenza non necessaria, che non ci viene scagliata dalla freccia dall’arciere nemico, ma da noi stessi. Questa dinamica deve farci riflettere su come le idee che coltiviamo sulla realtà possano impattare sull’effetto che poi essa ha su di noi.
L’infelicità, stando nella metafora delle due frecce, non è cioè prodotta dalla prima, ma da ciò che avviene in seguito.
Ogni giorno viviamo esperienze più o meno dolorose che fanno parte della nostra vita. Davanti a ognuna di esse possiamo adoperarci per occuparcene, oppure possiamo cedere e lasciarci catturare dal flusso di pensieri negativi che si attivano in automatico. Questi pensieri e automatismi sono la nostra seconda freccia, e così come sono stati appresi possono essere sostituiti da altri automatismi più funzionali. Come diceva un poeta giapponese: “Noi dobbiamo abbracciare il dolore come combustibile per il nostro viaggio”. Cari arcieri all’ascolto, non vi dico di essere saggi come lui, ma come anche spiego nel retro della tavola “il dolore è inevitabile, ma l’infelicità è una scelta”, noi possiamo decidere se essere felici “se solo” o felici “nonostante”. Insomma, il dolore è inevitabile. Per il resto? Cosa decidi di fare?

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