Machiavelli, vita e opere Riassunto facile e veloce!

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Machiavelli nacque a Firenze nel 1469 da una famiglia borghese discretamente agiata; ebbe un’educazione umanistica, basata sulla lettura dei classici latini.
Nella vita di Machiavelli importanti furono gli incarichi che egli ricoprì all’interno della repubblica fiorentina, poiché da questi incarichi e dall’esperienza acquisita nasceranno diversi scritti.
Nel 1498 fu eletto segretario della seconda cancelleria della città. Le cancellerie erano uffici molto importanti all’epoca, poiché si occupavano della gestione amministrativa della città. Proprio grazie al suo incarico di segretario della cancelleria cittadina Machiavelli ebbe modo di svolgere funzioni diplomatiche. Nel 1500 ebbe modo di vedere la Francia di Luigi XII, nel 1502 compì una missione presso Cesare Borgia, che con l’appoggio del padre, papa Alessandro VI, si era impadronito del Ducato di Urbino. le osservazioni di Machiavelli sui regni osservati saranno poi contenute in due rapporti: Rapporto delle cose della Magna, per la Germania, e Ritratto delle cose di Francia.
Anno di svolta nella vita di Machiavelli è il 1512. in seguito alla sconfitta contro le milizie pontificie e spagnole a Prato nel 1512, a Firenze tornarono i Medici e Machiavelli fu allontanato dalla vita politica e dalla cancelleria perché considerato vicino ai repubblicani. Comincia per lui un periodo durissimo, che lo portò ad isolarsi in un esilio forzato nel suo podere di San Casciano, da questo esilio – come vedremo – nasceranno molte opere, tra cui il famoso principe. Quando al governo di Firenze arrivò Giulio de Medici, la speranza di Machiavelli di ritornare ad assumere incarichi politici fu rinnovata. Quando Giulio divenne papa Clemente VII, ancora, a lui Machiavelli dedicò il manoscritto delle Istorie fiorentine. Nel 1527 i Medici furono di nuovo cacciati da Firenze e si ristabilì la Repubblica. Ma Machiavelli era ritenuto troppo vicino, paradossalmente, ai Medici (che ricordiamo lo avevano escluso perché considerato troppo vicino ai repubblicani!) e perciò guardato con sospetto e ostilità. Morì dunque nel giugno di quello stesso anno, senza mai più riuscire a ricoprire alcun incarico.
Di Machiavelli ci sono rimaste delle lettere “familiari”, scritte ad amici e conoscenti. Non sono lettere composte per la pubblicazione, quindi non sono letterariamente atteggiate come quelle di Petrarca. Sono tuttavia importanti per ricostruire la vita dell’autore e per riconoscere le sue osservazioni politiche, inviate soprattutto all’amico Francesco Vettori.
Tra le opere non letterarie troviamo anche gli scritti che risalgono al periodo della segreteria fiorentina. Queste opere sono costituite da relazioni e dispacci inviati al governo fiorentino durante le sue missioni. Vi sono poi gli scritti derivati dalle sue missioni in Germania e Francia (Ritratto delle cose di Magna e R. delle cose di Francia). In particolare la Francia agli occhi di Machiavelli diviene il modello di uno stato moderno, solido, unito, che poggia su di un forte esercito, contrariamente al modello imperiale germanico che appare frazionato in feudi e comunità cittadine, dunque disunito e debole.

Le opere letterarie vere e proprie, invece, risalgono al periodo di esilio, a partire dal 1513, anno di redazione del Principe.
Agli anni compresi tra il 1515 e il 1518 risalgono invece i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio. Il nucleo originario è probabilmente ricavato dagli appunti che il Machiavelli effettuò leggendo i primi dieci libri della Storia di Livio. L’opera fu divisa in tre libri, ciascuno ordinato secondo una precisa tematica: nel primo si tratta delle iniziative di politica interna di Roma, intraprese per iniziativa pubblica, nel secondo delle iniziative di politica estera nel periodo Imperiale, nel terzo delle azioni dei singoli cittadini che contribuirono alla grandezza di Roma. Al 1519-1520 risale il trattato L’arte della guerra. È la prima opera importante pubblicata da Machiavelli, in quanto Principe e Discorsi circolavano solo in forma manoscritta. Essa è scritta nelle forme del trattato tipicamente rinascimentale, in forma cioè dialogica, tra gli interlocutori principali spicca Fabrizio Colonna, portavoce delle idee dello stesso Machiavelli. Argomento centrale del dialogo è la polemica contro le armi mercenarie, viste come fattore di debolezza di uno Stato.
Al genere del trattato storico appartengono invece le Istorie Fiorentine e la biografia Vita di Castruccio Castracani.

Tra le opere in prosa e poesia, spiccano tre scritti in particolare:
la novelletta di Belfagòr Arcidiavolo;
le due commedie, la Mandragola e la Clizia.
La Mandragola è un vero capolavoro, uno dei testi più importanti della produzione comica cinquecentesca. Un’altra opera è il Discorso intorno alla lingua, un trattato in cui l’autore sostiene che il modello linguistico per il volgare deve essere la lingua viva dell’uso fiorentino.

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