Come perdonare gli altri: cosa ci insegna la storia sul perdono

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La Storia ci offre un insegnamento su come perdonare gli altri. Per perdonare non devi dimenticare, ecco cosa ci insegna la storia sul perdono. Nel 1945 americani e giapponesi combatterono a Iwo Jima una delle battaglie più orribili della Seconda Guerra Mondiale, morirono più di 20mila soldati.
Dopo 25 anni, i sopravvissuti si riunirono per commemorare i loro compagni defunti e successe qualcosa di incredibile: senza che nessuno dicesse niente, i soldati iniziarono a correre: corsero sulla pista, si abbracciarono e piansero.
Nelle nostre vite capita di subire brutti torti. Non dobbiamo dimenticare quanto abbiamo dovuto sopportare, ma possiamo decidere di lasciare andare il passato.
Il vero perdono non è dimenticare, ma ricordare e decidere che quello che è successo oggi non è più importante, come hanno fatto i soldati a Iwo Jima.


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"Una delle battaglie più cruenti e incredibili é avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale a 900 chilometri dalla costa del Giappone, su un'isola chiamata Iwo Jima. Gli Stati Uniti avevano bisogno di conquistare quell'isola perché al suo interno c'era un campo d'aviazione e loro volevano bombardare il Giappone, quindi dovevano avere a tutti i costi quell'isola. Gli americani per 12 mesi bombardarono l'isola e si convinsero di aver ucciso tutti quanti i soldati nemici mentre invece non ne avevano ammazzato neanche uno. Come mai? Perché i giapponesi avevano costruito 26 km di tunnel sotterranei nell'isola e si erano nascosti lì dentro. Eh si i giapponesi non erano sull'isola erano dentro l'isola e fu così che il 19 febbraio del 1945, 800 navi della marina americana circondarono Iwo Jima.I marines sbarcarono sull'isola pensando che gli avrebbe aspettati una scampagnata perché tutti giapponesi dovevano essere morti, in realtà trovarono ogni centimetro quadrato dell'isola ricoperto dall'artiglieria giapponese pronta a fare fuoco. Nelle successive 36 ore 2.500 marines vennero uccisi, 36 giorni di battaglia dopo veloci 6850 marines, 20 mila marines era gravemente feriti e 21.000 soldati giapponesi erano morti. E' stata una battaglia orribile anche perché i giapponesi sopravvissuti non si arresero fino al '49 quando gli americani decisero di dar fuoco ai tunnel sotterranei. Perché questa storia? Perché nella sua tragicità ci porta una lezione veramente preziosa sul tema del perdono. 25 anni dopo infatti nel '70 qualcuno ebbe un'idea: perché non facciamo una riunione di tutte le persone che hanno combattuto a Iwo Jima, quindi questo qualcuno inviò una lettera a tutti i sopravvissuti sia da una parte sia dall'altra dicendo: " Prendete all'aereo e venite e così potremo incontrarci".I soldati dall'altra accettarono l'invito e si imbarcarono sull'aereo destinazione Iwo Jima. Quando atterrarono queste persone che avevano combattuto l'una contro l'altra erano disposte in due file parallele a guardarsi negli occhi e dopo un po' di tempo che erano lì a studiarsi in silenzio, senza che nessuno dicesse niente, questi ragazzi iniziarono a correre. Corsero sulla pista e si abbracciarono, piansero. Ora, questa storia mi ha fatto riflettere sul ruolo della memoria nel processo del perdono, perché molti credono che perdonare significhi dimenticare, ma non è così 25 anni prima quei soldati si uccidevano gli uni contro gli altri. Nessuno di quei sopravvissuti potrà mai dimenticare quello che successe nella guerra a Iwo Jima, e nessuno pensa che debbano farlo. Io credo al contrario che loro abbiano bisogno di ricordare quello che è accaduto ma nel ricordare possono decidere, come in quell'abbraccio di una bellezza immensa, che quanto accaduto fa parte del passato. Se uscendo dal campo di guerra torniamo alle nostre vite alle angherie e ai torti che subiamo giorno dopo giorno, forse la musica non cambia poi così tanto. Non dobbiamo dimenticare quanto abbiamo dovuto sopportare, ma possiamo decidere che oggi quella cosa lì non è più importante possiamo decidere che oggi quella cosa lì la lasciamo alle spalle. Possiamo lasciare il passato nel passato e guardare al domani liberi da quel fardello ingombrante. Se riusciamo a capire e a controllare questa cosa, se riusciamo a decidere che tutta la spazzatura che abbiamo vissuto nel passato oggi non è più importante pur ricordando cosa è successo e come siamo stati, allora abbiamo vinto. Il vero perdono non è dimenticare, il vero perdono richiede il ricordo congiunto alla decisione che quella cosa lì oggi non è più importante perché le cose importanti sono altre, come hanno fatto i soldati a Iwo Jima."

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