Ep. 34: Francesca Angeleri - Il percorso di una giornalista dall'underground al Corriere

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Francesca Angeleri, penna brillante del Corriere della Sera e autrice poliedrica, si svela in un'intervista a cuore aperto, ripercorrendo il suo cammino poco ortodosso nel mondo del giornalismo. Sebbene il germe della passione fosse già presente in lei fin dall'adolescenza, la Angeleri ha intrapreso inizialmente gli studi in giurisprudenza, prima di comprendere che la sua autentica vocazione risiedeva nella scrittura. "Ho iniziato per tentativi, ho iniziato in maniera anche selvaggia come ero prima, ho semplicemente iniziato a scrivere, a proporre e poi ci sono riuscita", confessa Francesca, rievocando gli esordi della sua carriera. È stata la pratica del buddismo a infonderle la lucidità necessaria per inseguire le sue aspirazioni senza scendere a compromessi.

Attraverso collaborazioni con diverse testate e la realizzazione di documentari come "Magna Istria", e "Fertilia Istriana" Francesca ha perfezionato la sua tecnica di intervista, riuscendo a far affiorare sfumature profonde dai suoi interlocutori. Tuttavia, il suo modus operandi rimane intrinsecamente solitario: "Io lavoro da sola, faccio tantissime cose da sola e infatti sono diventata rispetto alla me precedente una persona molto solitaria".

L'approdo al Corriere della Sera a Torino ha segnato una tappa fondamentale, seppur impegnativa, nel suo percorso: "È stata una grandissima scuola e quindi anche un grandissimo sforzo di comunque essere all'altezza di quelle che erano le tue aspettative e di quelle che sono le aspettative necessarie e sacrosante del primo giornale d'Italia".

Francesca medita anche sull'attuale stato del giornalismo, profondamente mutato rispetto agli anni d'oro. Pur riconoscendo l'impatto dei social media, ritiene che il giornalismo abbia, in parte, "voluto morire", ma nutre la speranza di una sua rinascita: "il punto è che noi non potremo stancarci di farci raccontare delle storie. Sceglieremo delle storie".

Infine, Francesca si sofferma sul suo rapporto con Torino, città che ha amato profondamente e che ha fatto da sfondo a molte delle sue opere, tra cui il romanzo "L'edonista", scritto a quattro mani con Alessandra Contin. Tuttavia, la Angeleri non nasconde una certa disillusione nei confronti del capoluogo piemontese, che a suo avviso ha perso quella vitalità e quell'anima selvaggia e underground che la rendevano unica. Nonostante questo, il legame con Torino rimane indissolubile, come testimonia il ruolo centrale che la città riveste nella sua produzione letteraria e giornalistica. Francesca auspica che Torino possa ritrovare quella scintilla creativa e quell'energia pulsante che l'hanno resa protagonista di stagioni culturali memorabili, senza cedere alla tentazione di omologarsi ad altri modelli urbani. Solo così, suggerisce la Angeleri, Torino potrà tornare a essere un laboratorio vivace di idee e di storie, capace di attrarre e ispirare artisti, scrittori e intellettuali.

L'intervista offre uno scorcio illuminante sul cammino di Francesca Angeleri, sul suo approccio al giornalismo e alla scrittura, nonché sulle sue riflessioni riguardo alla professione e al rapporto con Torino, città che, nonostante le riserve, resta per lei un punto di riferimento imprescindibile.

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