Disturbo Ossessivo Compulsivo: cosa è, cosa fare

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Avere dei pensieri ricorrenti, ossessivi, intrusivi, che costringono a compiere dei gesti compulsivi - come lavarsi le mani più volte di seguito, mettere in ordine oggetti, evitarne altri... per sedare l'ansia prodotta dal pensiero ossessivo. E' un disturbo raro nelle forme più severe ma molto frequente nei comportamenti sfumati che sono quasi al confine con riti scaramantici ma che per alcune persone diventano una vera schiavitù da cui non riescono a venir fuori, vivendo una vita limitata e scadente, condizionati come sono da pensieri che loro stessi riconoscono sbagliati ed inutili, ma che non riescono a controllare se non attraverso gesti ripetitivi e in qualche modo "protettivi". Ma come capire quando il problema ha passato la soglia del disturbo "fisiologico" - basti pensare ai tanti sportivi che compiono gesti rituali prima del loro impegno agonistico - e necessita di un intervento medico? Lo abbiamo chiesto al Prof. Massimo Biondi, Direttore dell'Unità di Psichiatria e Psicofarmacologia del Policlinico Umberto I di Roma e Professore ordinario di Psichiatria a La Sapienza Università di Roma che ci ha spiegato come la soglia che delimita un disturbo parafisiologico - che è legato anche a tratti di personalità ordinata, con una certa propensione all'ordine e al controllo - da un disturbo francamente patologico è la valutazione di quanto questo comportamento ossessivo compulsivo incide sulla funzionalità della persona e sulla sua qualità di vita (una persona "costretta" dal disturbo a lavarsi le mani 50 volte al giorno o a controllare la porta di casa per vedere se è chiusa decine di volte prima di potersi recare al lavoro ha chiaramente un disturbo invalidante che deve portare ad una richiesta di aiuto). Le strategie terapeutiche possono prevedere l'utilizzo dei farmaci (antidepressivi in grado di controllare i pensieri ossessivi e far "abbassare" la soglia del disturbo) ma anche una psicoterapia mirata che se usata in combinazione con i farmaci ha una miglior risposta nel tempo. Anche il ruolo dei familiari è importante e un giusto equilibrio fra comprensione e consigli per intraprendere un percorso di cura può essere l'approccio migliore. Perchè il disturbo è sicuramente gravoso e severo, ma con il giusto percorso di cura può essere superato o comunque reso lieve al punto da poterci convivere serenamente.

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